I risultati di una ricerca dell’associazione Mecenate 90 con l’università di Salerno. In aumento le presenze alle domus. Nel 2010 sono cresciute del 10 per cento. Più donne che uomini: età media di 41 anni. Buono il giudizio sugli scavi, ma molti sono delusi dai servizi
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I visitatori di Pompei aumentano, il 2010 si chiude con il 10 per cento in più rispetto all’anno precedente, registrando un totale di presenze di 2.703.544, dati della Soprintendenza speciale di Napoli e Pompei retta da Teresa Elena Cinquantaquattro. Ma chi è il turista che va d’inverno a vedere gli Scavi? L’associazione Mecenate 90 con il dipartimento di Sociologia e scienza della politica dell’università di Salerno, mentre era commissario delegato dalla presidenza del Consiglio per l’emergenza dell’area archeologica Marcello Fiori, ha messo in piedi una indagine su “profilo, esperienze di visita e aspettative” dei visitatori della città archeologica più famosa al mondo, indagine pagata 60 mila euro dal Commissariato a Mecenate 90 e 20 mila all’ateneo salernitano.
GUARDA L’IDENTIKIT DEL TURISTA TIPO
“Un terreno del tutto inesplorato”, fanno sapere i promotori dell’inchiesta, che si sono domandati perché si va a Pompei, che cosa ci si aspetta e cosa realmente si trova andando per cardi e decumani per visitare le domus. Ed ecco l’identikit del visitatore, che nel periodo considerato (il censimento è avvenuto tra il 9 dicembre 2009 e il 6 gennaio 2010, epoca in cui le visite di solito calano) non corrisponde alle comitive da torpedone, ma perlopiù a viaggiatori autorganizzati che arrivano in treno. I turisti più “avvertiti”, che bocciano il servizio di informazioni.
Come spiega anche il sito www. pompeiisites. org della Soprintendenza, nel decennio 2000-2009 il flusso di visitatori si è attestato sui 2 milioni all’anno, 1.865 al giorno. Il 40 per cento di gruppi (aziendali, pensionati, studenti) e il 35 per cento di nuclei familiari. Più donne (51 per cento) che uomini, età media pari a 41 anni. Il 35 per cento lavora nel privato, nel 20 per cento dei casi è libero professionista. In quel periodo la metà degli arrivi è stato per più della metà dall’Europa (27.578), dall’Asia il 27 per cento, il 14 dalle Americhe.
Addio libri di archeologia: il 67 per cento, secondo Mecenate 90, nel periodo invernale è arrivato a Pompei via internet informandosi attraverso forum turistici o social network. Buono il giudizio sugli Scavi, ma il 46 per cento è deluso dai servizi offerti dall’area archeologica. Maglia nera alle informazioni, all’ospitalità e alla competenza. Il 67 per cento ha dichiarato che gli Scavi non erano la loro “prima volta” con l’archeologia. Da internet il 37 per cento ha appreso sufficienti informazioni, il 34 le ha tratte dalle guide turistiche. Il tempo, altra componente importante: il 57 per cento impiega dalle tre alle quattro ore per la visita a Pompei. Solo l’11 per cento si rivolge a una guida turistica del posto. Il 55 per cento non è andato allo snack bar del sito. Poco votato il bookshop, disappunto alle toilette, giudizi severi per l’assenza degli spazi sosta. Giudizi che sembrano una premessa per la nuova gara per i servizi aggiuntivi, del cui bando Pompei è in attesa.